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Sindrome del colon irritabile

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La sindrome dell’intestino irritabile (SII o IBS dall’inglese irritable bowel syndrome) è un disordine della funzione intestinale caratterizzato da dolore addominale in relazione a cambiamenti dell’alvo (o in senso stitico o in senso diarroico) e con segni di alterata defecazione e distensione addominale.da:
Coordinamento Nazionale Docenti Universitari di Gastroenterologia, Cap. 52 – Sindrome dell’intestino irritabile in Manuale di Gastroenterologia, Roma, Editrice gastroenterologica italiana, 2007-2009, Pag. 470-479

Per definizione, non è possibile identificare un univoco elemento patogenetico che giustifichi lo sviluppo della sindrome dell’intestino irritabile. Benché siano state avanzate diverse ipotesi, la patogenesi della SII non è tuttora chiara. L’ipotesi più suggestiva è che le manifestazioni sintomatologiche siano causate da più fattori concorrenti, tra cui la predisposizione genetica, comunque, tra i fattori scatenanti, è indubbio che il profilo psicologico del paziente giochi un ruolo fondamentale nella patogenesi della SII; tale connessione è evidenziata dall’andamento ricorrente della malattia, con fasi di remissione e riesacerbazione, queste ultime molto frequentemente precedute da intensi stress psicofisici. Il dolore e il fastidio addominale, accompagnati da alterazione dell’alvo sono inoltre essi stessi causa di stress, ansia ed apprensione, stati emotivi che possono sostenere il circolo vizioso alla base della sindrome dell’intestino irritabile.
La principale manifestazione della sindrome dell’intestino irritabile è il dolore. Sovente, i pasti rappresentano gli eventi scatenanti il dolore che, viceversa, tende a diminuire con la defecazione o con la evacuazione di gas. Al dolore si associano senso di tensione e distensione addominale. A seconda delle caratteristiche delle feci vengono distinti quattro gruppi in cui è possibile classificare i pazienti.

  • Pazienti con prevalenza di stipsi
  • Pazienti con prevalenza di alvo diarroico
  • Pazienti con alvo tendenzialmente alterno
  • Pazienti inclassificabili

La diagnosi di sindrome dell’intestino irritabile viene posta se le manifestazioni descritte precedentemente persistono in maniera continua o ricorrente per un periodo di almeno 6 mesi. Benché per definizione la diagnosi si fondi completamente nel contesto anamnestico, è fondamentale escludere, specie in pazienti anziani, mediante esame diagnostico (Colonscopia) la presenza di patologie più importanti che possono presentarsi con la stessa sintomatologia (stenosi del colon, diverticoli, tumore del colon e del retto).